La chiamano «la scatola magica». E’ la prima azienda del comparto calzature, tessile e abbigliamento, la sedicesima della provincia di Venezia per volumi. Con 175,2 milioni di ricavi nel 2013, +9,8% sull’anno precedente e +33,2% sul 2011, la Manufacture de Souliers Louis Vuitton (Mslv) si è ritagliata un ruolo di primissimo piano nel panorama economico veneziano.
Inaugurata a Fiesso D’Artico nel 2009, la nuova Manifattura riunisce sotto lo stesso tetto uffici stile, produzione, galleria d’arte e centro di formazione. «E’ lo scrigno di un savoir faire in costante evoluzione» chiarisce il Gruppo. Qui si producono scarpe da uomo classiche, mocassini, sneaker e calzature eleganti per donna. Oggi, tra Francia e Italia, viene definita l’intera direzione artistica della Maison. Nicolas Ghesquière, direttore delle collezioni donna e Kim Jones, direttore stile uomo, lavorano a stretto contatto con l’ufficio stile calzature basato a Fiesso d’Artico e diretto da un italiano, il designer Fabrizio Viti. Ma è nella Manifacture che le calzature vengono realizzate e distribuite nei negozi del mondo. La strategia vincente? «Non ci sono compromessi: si tratta di una vera ossessione e controllo per la qualità a tutti i livelli, dalla scelta dei materiali all’esecuzione delle lavorazioni – rispondono dalla Manifacture -. Tutti i materiali vengono testati prima dell’utilizzo da un laboratorio all’interno e il processo prosegue sulle calzature finite». Poi, «la distribuzione esclusiva solamente all’interno dei negozi Louis Vuitton garantisce la valorizzazione e la cura dei prodotti». Ma c’è un plus che su tutti fa la differenza: la formazione. «Louis Vuitton da sempre va a ricercare i savoir-faire laddove essi hanno avuto origine – confermano da LV – . Per questo motivo gli atelier di produzione della pelletteria si trovano in Francia e Spagna, per gli orologi in Svizzera e per l’abbigliamento donna in Francia. Quando nel 1998 si è dato il via alla produzione della calzature la scelta della Riviera del Brenta è stata naturale. Qui la tradizione, era ben radicata e conservata e Louis Vuitton ha localizzato qui la sua produzione calzaturiera per tutto il mondo con il preciso fine di preservare questo patrimonio di conoscenze».
Nella Manufacture il passaggio del savoir-faire artigiano avviene con l’affiancamento di artigiani più esperti ed altri più giovani. Ci sono casi di padri che lavorano a fianco dei figli e di artigiani che da generazioni portano avanti l’arte. Un esempio? Il «made to order»: il servizio di personalizzazione delle scarpe da uomo che Louis Vuitton offre ai clienti in selezionate boutique di tutto il mondo (in Italia in via Montenapoleone a Milano). Le calzature «made to order» sono interamente realizzate a mano, dal taglio della pelle alla cucitura. Tra le cuciture disponibili la più complessa è quella norvegese (l’impuntura visibile esternamente, ndr). «Quando Louis Vuitton ha deciso di offrire alla clientela questo servizio, non disponendo all’interno del savoir-faire necessario è andata alla ricerca di uno dei pochi (si contano sulle dita di una mano) artigiani in Italia ancora in grado di realizzare questo tipo di cucitura. L’artigiano è stato portato all’interno della Manufacture e affiancato da giovani che imparano da lui la realizzazione di un tipo di cucitura che si stava perdendo. In questo modo Louis Vuitton preserva il savoire-faire e lo trasferisce alle nuove generazioni» spiegano da LV. La stessa cosa avviene per le forme in legno fino alla stesura della patina a mano. Persino la formazione dei venditori avviene a Fiesso d’Artico. All’interno dell’atelier esiste poi una Accademia: un’aula che riproduce un negozio di scarpe LV in scala e una sorta di università dove si tengono i corsi di formazione.
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